Nella mia vita ho sperimentato in cantina tutto quello che le industrie chiamavano “ultima tecnologia”. Ero giovane con tanta voglia di fare, così iniziarono così i primi screzi con mio padre. Il mio motto era “tanto e buono” e per arrivarci credevo di aver bisogno di tutto quello che oggi si trova in qualsiasi piccola o grande cantina.Mio padre, davanti a tutta questa voglia di fare, e strafare, sorrideva, sperando che prima o poi sarei tornato sui miei passi. Così fu; cominciai piano piano a disfarmi di tutto quella tecnologia in più che avevo comprato, dalle vasche in acciaio per arrivare, in ultimo, alle barriques. Non trovo in effetti possibile che cinquemila anni di storia vinicola vengano cancellate così facilmente negli ultimi decenni. La mia cantina è questa, senza tecnologia moderna, senza effetti speciali, uno spazio che contiene, cullate dalla mia terra, le anfore provenienti dal Caucaso. Amo questo luogo per la sua semplicità a funzionalità.